[la Pagina del Capitano]

domingo, agosto 31, 2003


“A meno che l’errore non stia a monte, nel considerare il blog come una semplice versione telematica della ‘zine. Ci dovrò pensare.”

Così finiva, più di cinque mesi fa, l’ultimo post di questo blog. Non è più ripreso. È naturale. Non che non ci abbia più pensato, è che il problema è diventato irrilevante.

“mal di testa ? problemi di stomaco ? fatevi un giro su un qualche weblog italiano: peggiorerà, garantito.
cattiveria: il blog ha rotto il cazzo. l'ostentazione del se, ed il voler seguire il trend "ora mi faccio un blog" ha rotto...”

- fabio the|mini|editor tempo : lunedì, agosto 18, 2003

Ecco il perché. A prescindere da cosa sia, da dove venga, cosa voglia (ma qualche blogger se l’è mai chiesto?!), il blog non serve (più?) a niente. Non serve più parlarne. Il blog è una partita persa.
Ammesso che nel suo DNA ci sia qualcosa di rivoluzionario (passatemi il termine), beh, si è perso da tempo. Quello che si legge non crea dibattito, non dà informazioni, non muove un passo più in là del semplice “è così che mi va la vita, ho comprato questi dischi”.
Giusto i giornalisti, sempre attenti al portafogli, vedendosi sorpassati a destra da “dilettanti dell’informazione”, possono considerare i blog pericolosi. Eh, magari...

È che, probabilmente, non esiste una maniera buona di usare il blog: la deriva egocentrica è inevitabile. L’intento principale di tutti, dichiarato o no, è “LEGGIMI”, senza riguardo ai contenuti, agli argomenti, agli eventuali sviluppi. Che al limite possono esistere, ma sono effetti collaterali. Stando così le cose, il discorso è falsato in partenza.

Partita persa. Silenzio stampa.

Questo, mi pare ovvio, è l’ultimo aggiornamento di questo blog; non so davvero cosa potrei aggiungere, non so neppure se ne varrebbe la pena. È nella natura delle cose: se i blog fanno cagare, è inutile tenere un blog. Detto fatto.



“Troppi giorni e più niente da dire”
Creepshow, 1991 (circa)


Home