[la Pagina del Capitano]

viernes, febrero 21, 2003


Le squadre rientrano sul terreno di gioco. Si riparte e subito Charlie mette in campo un calcio totale come neanche l’Olanda nel ‘78. Io cerco di arginarlo.

[Charlie] ci si trova di fronte due cose completamente diverse, che forse partono dagli stessi presupposti, forse hanno gli stessi obbiettivi, ma il loro percorso è completamente diverso. fanzine su carta e fanzine elettroniche. sono passati anni da quando in Italia uscivano venti fanzine nuove nel giro di un mese. molte duravano come si è detto lo spazio di un paio di numeri. anzi, la maggior parte. altre invece continuavano incuranti di tutto. […]ne uscivano mille ma c'erano quelle di riferimento. che le potevi contare sulle dita delle mani. quali, abbestia, enphasys, nessuno schema, fist, karta kanta, non ce n'è, zips and chains, le gratuit pour le poulette (se si scrive così).


[Io] una constatazione fondamentale, la più illuminante di tutto il post: nell’età dell’oro delle ‘zine italiane c’erano quelle di riferimento, una bella serie di ‘zine sopra la media (per qualità, tradizione, innovazione…) nonostante l’inflazionamento del genere; anzi, spesso facevano da guida, pietra di paragone e punto di riferimento, dato che bene o male erano conosciute da tutti.
Ora nel web, molto più inflazionato del mondo fanzinaro di alcuni anni fa, è molto più difficile orientarsi e facilmente una cosa bella e originale si perde nel marasma generale.



[Charlie] sono cambiate mille cose, forse non solo esternamente. cioè, è anche cambiato in qualche maniera il modo di viverle. fare/leggere una fanzine su una carta era sicuramente tutta un'altra cosa. non dico che fosse meglio o peggio, ma era proprio un'altra cosa. il fatto che potessi toccare con mano quello che leggevo, l'importanza che la veste grafica assumeva nell'insieme, l'urgenza che c'era dietro alcune pubblicazioni sono cose che nel web faccio difficoltà a riscontrare.
[…]avevi un rapporto diretto con chi scriveva, o con chi la vendeva. chi aveva una fanzine sapeva quante copie ne aveva fatte girare, quante gliene erano rimaste e così via. insomma, dietro una fanzine, c'era un rapporto. questo viene un po' a cadere nel web. ma non perché non si possono creare rapporti o relazioni dietro due parole, ma perché la facilità di scrivere due righe rende più scontato tutto



[Io] Un po’ dubbioso mi lascia il discorso sulla maggior umanità delle ‘zine cartacee, che torna spesso. Sarà banale, ma qui il punto centrale mi sembrano essere i contenuti e lo stile di scrittura dell’”editore” (e, perché no, anche le sue capacità grafiche); se sa tradurre le emozioni in parole/immagini il prodotto è buono, altrimenti no. Non è la stessa cosa su carta e in rete? La ‘zine di un punkabbestia in puro stile “taglia&incolla1977” con slogan politici dettati da una sana passione per i Crass e da una sacrosanta avversione verso la società sarà al 100% sincera, ma al 200% inutile e triste.


[Charlie] tra due strade ovviamente si sceglie la più facile, perché una fanzine costa più di una connessione […]ma così facendo l'impressione è che anche le cose su internet non si leggano. se una qualsiasi fanzine davvero bella che usciva qualche anno fa su carta venisse pubblicata oggi come blog o ezine, non sono sicuro che avrebbe lo stesso riscontro che aveva avuto ai tempi. quando te la compravi, invece, la fanzine te la leggevi sul serio. un po' perché volevi ripagarti di quelle che allora non erano più di duemila lire e un po' perché eri curioso.
[…] l'ultima che ho letto è stata permanent vacation e l'ho trovata ricca di spunti e l'ho riletta un paio di volte. su uno schermo, come forse qualcun'altro ha detto, ci avrei forse dato un'occhiata. di sicuro non l’avrei letta tutta d’un colpo come invece ho fatto su carta.



[Io] […] Charlie ha l’impressione che le cose su internet non si leggano. Non è un’impressione, probabilmente è vero. Nel casino che c’è è facile non badare alle cose più valide ed è facilissimo perdersi. Questo potrebbe essere una delle cause del nostro spaesamento e della nostra diffidenza.


[Charlie] tutte cazzate romantiche, è vero. ma partiamo dal presupposto (secondo me necessario)che tutto quello che si cerca di fare con l’indipendenza e l’autoproduzione ha come scopo quello di non presentare il disco, o la fanzine, o il libro, come un semplice prodotto di mercato e di consumo. bensì come un insieme di processi, emozioni, confronti e conflitti che hanno prodotto quello che si ha tra le mani.


[Io] per me questo è un presupposto fuorviante, o almeno ambiguo, perché non è detto che l’autoproduzione sia un merito in sé, dipende cos’è che ti arriva tra le mani (perché se è la ‘zine del punkabbestia di sopra, allora preferisco la rivista da edicola). Oltretutto non credo che le caratteristiche sopraelencate siano esclusive dell’autoproduzione. Quanti confronti e conflitti ci sono, per fare un esempio, dietro un disco politico (o anche solo “musicalmente scomodo”) che esce su major? Molti, immagino.
Sta alla capacità dell’autore/grafico/editore sapere trasmettere queste salutari tensioni e credo sia una dote; perchè non è che la forza del processo/conflitto si traduca automaticamente (magicamente?) in un buon prodotto. Il punto per me resta sempre la qualità, o se volete lo stile.


[Charlie] ma tutto questo [si sta sempre parlando dei processi e delle emozioni che dà una ‘zine cartacea] in qualche modo scompare nel web, si perde il contatto, cioè come dicevo il rapporto con quello che ci sta dietro.


[Io] Capisco cosa intende Charlie […]e riecheggia il discorso di Fabio secondo cui una ‘zine “in primis è importante a chi la fa / produce / scrive”. Questo è certamente una faccia della medaglia, ma una cosa è quello di cui sei consapevole tu come “editore” (il processo creativo, il lavoro manuale, la distribuzione, quello che, appunto, sta dietro), un altro è quello che il lettore riesce a cogliere di questo, (che, tra l’altro, mi pare c’entri abbastanza poco con “la curiosità che c’è dietro una ‘zine cartacea”: se uno è interessato e curioso lo è a prescindere dal media usato. Non c’è alcun merito intrinseco a sbattersi per trovare una ‘zine e non credo che se mi sbatto un sacco poi me la goda di più). Ed è ancora una questione di stile (come dicevano le posse di una volta).


Fabio riceve palla e detta i tempi di una nuova azione, un po’ come Platini (spiacente, non ho trovato un paragone migliore…)

[Fabio] si stia riflettendo su una serie di cose reali, che ad oggi fanno si che blog ed e zine siano ben frequentati (come accessi, come lettura/interese è impossibile saperlo) mentre le fanze restano un fatto di nicchia ma molto + umano...
[…]ora la curiosità viene esaudita con un clikck sul sito o l'invio di una mail... molto + facile, comodo, ma è umano ?
probabilmente si, perchè è cambiato il modo di rapportarci con determinate azioni, un vero cambio dei tempi, non so se positivo o no, sicuramente imposto dall'avanzare di questa malsana società moderna... ci sono 3 strade:

il luddismo verso tutto questo ed il voler rimanere attaccati all'umanità a tutti costi, eliminando computer ed altri strumenti...

il diventare dei perfetti cittadini di internet (o terzo millennio) chiusi in casa, davanti al monitor...

oppure continuare a farci domande (come qui sopra) ed andare avanti, seppur in conttradddizzzione, con i nostri dubbi, a cercare di vivere con il cuore, leggendo, scrivendo cosa ci pare...

in realtà credo ci possano essere altre strade, ma non le vedo....

probabilmente tra qualche anno, leggeremo le fanze sul pocket pc, saremo altrettanto cambiati, ma non così tanto (spero) da continuare ad essere umani...

[…]cito:
è solo cambiato il modo di esprimerlo, di concretizzarlo. in fondo ascoltiamo sempre le stesse
canzoni e tutti, ma proprio tutti, ci rileggiamo spesso e volentieri i fogli di qualche anno fa. alla fine si tratterà ancora di rifarsi un’abitudine, o magari qualcuno oserà di nuovo e farà un salto all’indietro. “è poi solo un
altro ridicolo salto.”

l'importante è andare sempre avanti.


E con questa dichiarazione in puro stile inglese siamo arrivati alla fine della partita. Il campionato è ancora lungo, tuttavia. E infatti, al di fuori del rettangolo di gioco, ecco una proposta che tenta di ricomporre la frattura, forse più un compromesso che una soluzione:

[Fabio] a riguardo del quinto mini sto maturando un'idea... + o - suggeritami da christian e sara.
la mini 5 sarà un fai da te. sul blog compaiono già il calendario, i fumetti di linda ed il photoexpo che sono 3 frammenti della mini 5, ne compariranno altri... alcuni di questi se volete, potreste crearli voi: immagini, testo, quel che volete... basta che sia in formato html o jpg in modo che io possa poi aggiungerli...
e poi, ognuna si creerà la propria copia della mini 5, prendendo i frammenti, mettendoli assieme, prendendo alcuni posts o tutti... questa parte del fai da te è da studiare... in realtà solo con i posts ce n'è una marea di cose, ed è effettivamente così era la mini su carta... in + si sono aggiunti + scriventi, + punti di vista, argomenti...
che ne dite ?


domingo, febrero 16, 2003


Come promesso ecco un (tutt’altro che) breve compendio sulla questione del blog e delle ‘zine cartacee comparsa nella mailing list de La Mini. In effetti le cose dette sono quasi tutte piuttosto interessanti, spesso illuminanti, e non mi è stato facile fare una selezione, per questa ragione ho diviso la discussione in due parti; ora pubblico la prima, la prossima settimana metterò in ordine anche la seconda.
Avevo anche pensato di dividere il testo per argomenti, visto che si è parlato non solo delle ragioni dello scrivere, ma anche di autoproduzione e del rapporto carta/web (che poi è l’argomento scatenante), ma dato che spesso gli argomenti si intrecciano in modo difficile da separare mi sono semplicemente attenuto all’ordine cronologico (salvo nei casi in cui una risposta diretta a un post arrivasse successivamente ad altri di diverso argomento). Ma andiamo a incominciare; eviterò di inserire commenti, bastano quelli che ho già fatto all’interno della mailing list e che sono qui testimoniati; parlerò alla fine dei due capitoli, eventualmente.

Questo è il messaggio che ha dato origine al tutto (all’inizio tra parentesi è il nome dell’autore):

[Fabio] oggi iniziano i lavori concreti sul rinnovo del sito della mini (dove ci sono i numeri originariamente usciti su carta) e il decidere se fare o no un quinto numero stampato. il che è il nocciolo della vicenda...

in questo periodo mi sono accorto di essere ormai distante dal mondo fanzinaro e anche da quello delle autoproduzioni, per lo meno in maniera attiva. non sono il solo... con altri si parla del passato...
si guarda all'oggi con tanti ma... quando nacque la mini, volevo dare un punto di svolta (rispetto a non ce n'è), fare qualcosa di + diretto, + pratico (il formato), in realtà in breve tempo mi sono accorto che mancavo io ed anche la gente che leggesse la fanzine […]... poi c'è stato il weblog: ha stravolto tutto, secondo me in positivo... ora pubblicare il numero 5 su carta che in realtà è quello che c'è sul web... non mi piace così tanto... mi preoccupa la produzione ($$$$) e la distribuzione.
[…]il fatto è che, se questa mailing list esiste è perchè la mini (in formato weblog) è letta e suscita interesse (un minimo, spero...), diversamente (credo) che una fanzine stampata sia davvero di nicchia...



Eccomi:

[Io] Guardare all'oggi con tanti ma e parlare del passato non è un male. Certe cose meritano di essere ricordate e portate avanti, magari con forme nuovo. Lo spirito continua, si diceva...
In questo senso sono d'accordo che una 'zine cartacea possa essere
una cosa un po' di nicchia, quasi triste per certi versi; tuttavia
ciò non toglie che alcune funzionino ancora.

Come al solito prevalgono i ma...



Una signorina, in doppia versione, si dedica al retropassaggio (non senza ragioni):

[Aiki] lo spirito continua sì. io però sto vivendo un periodo nostalgico perchè mi sembra che manchi qualche cosa di genuino a tutto.


[heidi] anche io volevo ricominciare a far uscire Lo Scolo in formato cartaceo, dopo cinque anni di letargo. poi ho desistito perché
a) costa troppo e non ho i soldi
b) a parte gli emo in Italia sembra che nessuno più legga le fanzine
c) mi faceva malinconia.
Hai presente fabio nel periodo 95-2000 in cui in Italia proliferava senza controllo quel tappeto di fanzine che si esaurivano nello spazio di due numeri. a me quel periodo manca un po'. andavi ai concerti e ai banchetti c'era sta selva di fanzine e io alla fine, non so voi, le leggevo tutte. Perchè alla fine è vero, erano inutili e fatte col culo, pero' davano testimonianza di fermento nell'ambito. erano di supporto. un supporto più attivo secondo me di un po' di blog che ci sono in giro. a me sembra che con l'avvento di internet la gente ha preso l'insana abitudine di cagare fuori dalla tazza un po' troppo spesso



Carletto si sovrappone a Fabio nel suo caratteristico stile:

[Carletto] in fin dei conti hai ragione a voler tenere la 'zine solo sul web. I tempi ormai son quelli svolazzanti dell'era nu-millennio e si leggono pure i libri sulla rete […]
non è il caso di calcare continuamente la mano sul solito nebuloso romanticismo punk, pensiamo al qui e all'adesso una volta tanto: l'importante è leggere agevolmente e in un battibaleno il nuovo
numba, trovare parole e informazioni e.. insomma, abbandonare il formato cartaceo per me non è poi un problema.



Fabio e il suo stop a seguire:

[fabio] è un problema che mi pongo, ma non soltanto io, perchè arrivo da un'esperienza diretta di fare una fanzine (anzi 2), distribuirla, conoscere gente che la legge, che la distribuisce che fa dischi, et etc... il do it yourself apparentemente sembra attaccarsi bene ad internet, ma in realtà cade in parecchie contraddizioni... deve evolversi... dobbiamo comunicare... la gente è su internet, allora comunichiamo lì, dove c'è la gente, la gente va su Marte, comunicheremo lì... non mi vanno le nicchie o il parlare a chi già sa le cose che dici o ai discepoli...


Batti e ribatti a metà campo:

[agente pAZ] si sa troppo di tutto. beata ignoranza. adesso accendo il computer e so tutto, non devo cercare più niente, mi arriva in casa. sono in tutto il mondo contemporaneamente. questo permette si un libero scambio globale di informazione, ma sono anni che non incollo francobolli. cazzo.


[fabio] in realtà siamo bombardati di informazioni del nulla o che non raccontano la realtààà in questo credo che un mezzo informativo personale quale una fanzine o un weblog (ma non solo), possono essere punti reali di infos....

anni fa c'era davvero un buon fermento perchè c'era + innocenza, + voglia, ora sono tutti appagati, c'è internet, non devi + fare in salti mortali per cercare quel disco....



Entro in tackle:

[Io] A costo di ribadire discorsi che ho già fatto: la questione non è di buttare via le vecchie 'zine, ma di tenerne conto sviluppandole in forme più attuali; lo spirito che continua, per intendersi. […]
Ma nel guardare indietro bisognerebbe usare una buona dose di senso critico, perchè non sempre, negli anni passati, la voglia di fare e la spontaneità/innocenza hanno portato a risultati buoni o anche solo significativi, anzi ho visto più 'zine inutili che gruppi cloni dei Discharge.

"comunicare, comunicare, comunicare, è davvero tutto qui?" (da una recensione di, mi pare, aBbestia!)


Federico in profondità:

[Federico] è dura. da una parte hai la gratuità completa del web, la sua immediatezza, la sua accessibilità […]dall'altra hai la necessità di possedere un computer (non tutti ce l'hanno, chiaro), e di saperlo usare […] devi anche averlo davanti nel momento in cui puoi/vuoi leggere. io lamini cartacea la leggevo in gradinata nord tra il primo e il secondo tempo delle partite, per esempio [grandissimo!!! n.d.C.] […]la fanzine di carta costa. si spreca. ma rimane.


Duro contrasto di Carletto:

[Carletto] d'accordo, la 'zine cartacea rimane "per sempre" come rimane una sacrosanta lettera di carta, ma.. accatastiamo i ricordi per dirci ogni giorno all'alzata che siamo delle brave persone o ogni giorno dovremmo spaccarci la testa per qualche cosa di diverso da vivere per stimolare i poveri neuroni ad andare un po' più in là? […]forse rimarrà sempre questo finché non ci saranno le e-zine portatili sul computer-telefonino o come optional degli occhiali da sole. voglio dire, io stamperei su carta perchè siam fatti di carne ma siam fatti anche di sensazioni strane e ideuzze e non è forse questo che conta? […]è questo che vogliamo? esser sicuri e andare a rileggere e continuamente dirsi allo specchio sono una brava persona […]metti noi che conversiamo: sarebbe possibile se usassimo la carta?

Marco stretto Federico e rilancio:

[Io] Direi che hai centrato bene una parte del problema. Certamente il passaggio carta/computer, porta dei cambiamenti negli usi e nelle abitudini (tipico caso in cui il medium è il messaggio) e non sempre vantaggiosi.
[…]Sta a valutare l’importanza dei vari fattori nell’economia del problema. Ammesso di aver capito qual è il problema. E giusto a questo proposito, secondo voi a cosa serve una fanzine?



Fabio riceve e imposta il contropiede:

[fabio] in primis è importante a chi la fa / produce / scrive... poi serve se ha dei contenuti da voler comunicare ad altra gente (ma quale altra gente, cioè la distribuzione...), e poi serve a dare informazioni alla "scena" pseudotale e anche ad alimentarla, in un certo modo...
[…]il web ? ha dei costi di partenza: computer / accesso ad internet; ma a livello di tempo è molto + economico rispetto al fare una fanzine...



Fine primo tempo. Per oggi ci si ferma qui, mi pare sia abbastanza e forse è anche troppo; spero siate riusciti ad arrivare fin qui, io faccio un po’ fatica a leggere tanto sul web (lo so, ho il fiato corto…).


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